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Sono Rita Larosa, Dietista e Biologa Nutriziosta. Accompagno i miei pazienti in percorsi di rieducazione alimentare affinché raggiungano un modo di nutrirsi che sia sano, consapevole e sostenibile nel tempo

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Perché le diete falliscono? Riconosci cosa ti blocca e liberati dal ciclo infinito delle diete

2023-10-04 19:38

Dott.ssa Rita Larosa

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Perché le diete falliscono? Riconosci cosa ti blocca e liberati dal ciclo infinito delle diete

Iniziamo una breve serie di articoli in cui esploreremo insieme le ragioni profonde per cui le diete spesso falliscono e come puoi finalmente liberarti da quest

Iniziamo una breve serie di articoli in cui esploreremo insieme le ragioni profonde per cui le diete spesso falliscono e come puoi finalmente liberarti da questo ciclo frustrante, scoprendo l'importanza di integrare la consapevolezza nel tuo percorso alimentare per ottenere risultati duraturi.

 

UN PROBLEMA DA NON SOTTOVALUTARE

Iniziamo con un dato: più dell’80% dei percorsi nutrizionali fallisce. Da decenni ormai diversi studi sull’effetto a lungo termine del dimagrimento mettono in luce come l’80-90% delle persone che riescono a perdere peso lo riacquistano entro 2-5 anni. (*fonti 1 - 2)

Ed è sufficiente guardarci intorno o guardare noi stesse per rendercene conto.

Sarà capitato infatti anche a te o ad una persona a te vicina di iniziare una dieta, o più di una, e di avere i risultati iniziali… Percorsi iniziati con tanta motivazione e grandi obiettivi… ma pian piano sfumati per ritornare nel migliore dei casi al punto di partenza, o peggio, anche oltre!

La motivazione, le aspettative, la voglia di rinascere… lasciano il posto a frustrazione, stanchezza, noia, impotenza e senso di smarrimento.

Tutta quella fatica per niente?

MOTIVAZIONI VERE E APPARENTI

È frustrante, lo so bene… vedo ogni giorno molte donne raccontarmi la stessa storia: cambiano i soggetti e le ambientazioni, ma il filo conduttore della storia è sempre lo stesso.

Allora cerco di capire proprio con loro come mai succeda e così chiedo alle mie pazienti il loro parere sul motivo del fallimento di quei percorsi. Tra le risposte più frequenti troviamo:

  • gli alimenti indicati non erano adatti ai miei gusti
  • la dieta era monotona
  • avevo fame
  • ho perso la motivazione
  • è difficile conciliare la mia dieta con quella della famiglia 
  • non ho tempo
  • e molte altre…

 

Motivazioni spesso tutte contemporaneamente vere. 

Proviamo ad analizzarle una per una, almeno le più importanti: 

  • MANCANZA DI GUSTO: è piuttosto intuitivo che se qualcosa non piace, non sarà facile proseguire, che si tratti di cibo, di attività fisica o di rapporti. Ma spesso, per amore del risultato, facciamo anche ciò che non ci piace pur di raggiungere il nostro obiettivo, peccato che alla lunga sia estenuante! E poi se abbiamo papille gustative un motivo ci sarà: perché pensiamo ancora che la dieta deve essere triste? Ma questo lo approfondiremo un’altra volta.
  • MONOTONIA: le pazienti mi riferiscono di avere diete con pochi alimenti e sempre gli stessi; vale lo stesso discorso precedente: per il risultato questo ed altro (ma ne vale davvero la pena?). 
  • FAME: obiettivamente lo stomaco a volte brontola… si pensa che “poco è meglio” ma non sempre è così.  Stare a dieta NON vuol dire dover patire la fame. O almeno così non dovrebbe essere.
  • MOTIVAZIONE: la motivazione a volte è come un semaforo, ha ciclici momenti di alti, medi e bassi. E vanno saputi alimentare. Te ne parlerò in seguito.
  • FAMIGLIA & MANCANZA DI TEMPO : a noi donne è richiesto dalla società un lavoro immane di cura, cura di tutto e tutti, tranne che di noi stesse. Da un lato è necessaria la collaborazione di chi condivide la nostra tavola, dall’altra è possibile e necessario creare soluzioni che rendano il tutto più facile. 

 

Come ci si sente sommando le fatiche di questi (soltanto) cinque fattori appena elencati?

Ti sentirai frustrata e demotivata, perché oggettivamente tutto ciò fa vivere male il percorso. 

Così arrivi a mollare… fino a quando non scatta di nuovo qualcosa e inizi l’ennesima dieta e ricomincia così il ciclo…

Un cane che si morde la coda, almeno finché non si trova il vero problema e quindi la vera soluzione.

Eh già, perché le motivazioni sopra elencate sono sì vere, ma non sufficienti a spiegare da sole tutto questo. 

C’è infatti un filo che accomuna tutto ciò che abbiamo analizzato, o meglio un altro soggetto che sta lì, un po’ in trasparenza, c’è ma non si vede.

Allora ragioniamoci insieme… cosa non abbiamo preso in considerazione? Quale parte di te non è stata ascoltata in tutti i percorsi che fino ad oggi non sono andati a buon fine?

Pensaci un attimo…

 

L'ELEFANTE NELLA STANZA: LE EMOZIONI

L’elemento che nella mia esperienza è il più importante di tutti? Le emozioni. 

Perché dico l'elefante nella stanza? Questa espressione si usa quando ci riferiamo a qualcosa che, nonostante sia ovvio, viene ignorato o minimizzato. In questo caso il ruolo delle emozioni nel rapporto con l'alimentazione potrebbe apparire tanto ovvio ma all'atto pratico davvero in pochissimi se ne prendono realmente cura.

Ragioniamoci insieme.

Siamo abituati a pensare che si vada da un professionista della nutrizione per avere una lista di alimenti concessi e vietati con le relative quantità… et voilà, il gioco è fatto. 

Ma, come dicevo, già questo fa acqua da tutte le parti: tra una difficoltà e l’altra come una corsa ad ostacoli il peso non scende, la digestione peggiora, mettere i vecchi vestiti è diventato un ricordo, una giornata in spiaggia o una cena tra amici crea stress e frustrazione anziché relax.

Ed eccoci allora al punto in cui molli, in modo consapevole oppure, più spesso, in modo inconsapevole, magari prima ancora di smettere di andare alle visite inizi già a essere meno focalizzata:  infatti sia come conseguenza della frustrazione, sia come naturale esplodere di un vulcano a cui qualcuno ha messo forzatamente un tappo, ti trovi a mangiare per noia, tristezza, ansia, rabbia, ma anche per felicità, gioia della compagnia.

Eccole le emozioni… ma cosa sono? Chi sono?

Se hai visto “Inside Out”, per me uno dei capolavori della Pixar (se non lo hai fatto, te lo consiglio), potresti immaginare le emozioni come dei piccoli “mini-me” dentro la tua testa, dove ognuno dice la sua, sta bene se viene ascoltato o si ribella se viene ignorato.

Nel film d’animazione troviamo infatti che le emozioni della protagonista sono Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto, Paura.

Piccoli personaggi simpatici e colorati… tranne Tristezza: lei nel film ci smuove una disarmante voglia di abbracciarla.

Facciamo allora un breve approfondimento.

Mentre è facile dire che le emozioni sono un elemento comune e pervasivo della nostra vita, è meno facile darne una definizione semplice, sin dalla fine dell’800 quando ci si è iniziati a chiedere che cosa siano. Nonostante diverse teorie, l’elemento comune è che esse sono un processo psicologico complesso che sentiamo a ogni livello: la rabbia ad esempio non è solo mentale (mi dice che un dato episodio mi crea una sensazione negativa),  ma anche fisica (il cuore accelera il suo battito, ci sentiamo accaldati…) e comportamentale (potrei alzare la voce o battere i pugni sul tavolo). 

Non per tutti però lo stesso episodio provoca la stessa reazione: a qualcuno potrà dare gioia, ad altri tristezza, ad altri ancora indifferenza. L’emozione dipende quindi dalla valutazione che ognuno di noi fa di una situazione, di un’esperienza, così da poter essere quindi positiva o negativa. 

Ciò che è certo è che si tratta di un’esperienza estremamente personale e soggettiva che ci comunica informazioni importanti su ciò che ci arriva dall’esterno e su come è opportuno per noi comportarci in risposta a ciò.

Ad esempio, se stiamo bene in un luogo, resteremo; se ci arrabbiamo per una parola ricevuta, sapremo che forse ha toccato un punto delicato e decideremo come comportarci. Se ci sentiamo tristi ci chiederemo cosa lo ha provocato e valuteremo di cosa abbiamo bisogno per essere rassicurati.

Il discorso è complesso e ho tentato solo brevemente di farti entrare in questo immenso mondo per farti capire che le emozioni non sono una cosa che ci succede e basta, ma vanno capite, accolte, ascoltate e in base a tutto questo è possibile capire se è necessario far qualcosa per sopperire a eventuali bisogni che scopriamo di avere da questo lavoro interiore.

Ma torniamo a noi: cosa c’entra tutto questo col cibo, la dieta e il fallimento dei percorsi nutrizionali?

Sono sicura che ora sia più chiaro: le emozioni non ascoltate (che siano legate a eventi interni o esterni al percorso) possono essere state causa di quei fallimenti fino ad oggi.

Pensa alle emozioni negative nate come conseguenza dei fattori che abbiamo elencato all’inizio (mancanza di gusto, monotonia, fame, mancanza di tempo, ecc...):  infatti abbiamo già visto come quelle situazioni possono generare stress, rabbia, nervosismo, tristezza per il risultato non raggiunto. Fino ad ora è successo probabilmente che ti sia stato detto semplicemente che quelle cose, quella dieta triste e monotona, quei salti mortali per conciliare tutto, dovevi “farlo e basta”, perché tu lo troverai pure difficile, ma per loro (chi non ti ha ascoltato) è l’unica strada per raggiungere il tuo risultato. Se non lo hai fatto o non riuscivi a farlo allora magari ti è stato detto che non eri abbastanza motivata, che tanto ti piace mangiare, che dovrai stare sempre a dieta.

Se invece avessero ascoltato davvero il tuo malessere… forse sarebbe andata diversamente.

Oppure le emozioni non ascoltate per anni e anni in tutta la tua vita, non ascoltate da te perché non sapevi come fare, e non ascoltate dalle persone che hai incontrato (compreso professionisti e addetti ai lavori in campo del benessere, nel nostro caso), erano la vera causa di alcuni tuoi comportamenti che ti allontanavano dal benessere.

La nostra medicina occidentale si occupa spesso soltanto della cura del sintomo: se hai reflusso gastroesofageo il medico ti darà un antiacido e il nutrizionista la lista degli alimenti da evitare; se soffri di stitichezza, riceverai lassativi e consigli nutrizionali per risolvere il problema.

Segui i consigli e il sintomo il più delle volte è risolto. Fino a quando non smetti e il problema ritorna.

Allora sbagliamo a curare il sintomo? No, è giusto farlo, ma bisogna anche risolvere la causa che sta a monte di quel problema, per risolverlo una volta e per sempre.

Quindi se hai reflusso certamente io, da nutrizionista, ti darò le indicazioni nutrizionali per risolvere il sintomo, ma bisognerà capire anche perché hai iniziato a soffrire di reflusso, quando ti capita più spesso, quali emozioni vi sono legate. Scommetto ad esempio che ti capita più spesso se sei arrabbiata o stressata. 

Allora ecco che bisogna capire quali sono le vere cause di un problema: ogni nostro malessere o difficoltà ci provoca un’emozione negativa e questo sentire va ascoltato.

Va ascoltato come un bambino che piange: cosa faresti tu? Diresti al bambino di smetterla di frignare o ti abbasseresti vicino a lui, alla sua altezza, dicendogli di spiegarti con calma perché si sente così, asciugando le sue lacrime?

Quel bambino, spesso, sei tu. 

Forse finora non eri pronta ad ascoltarti o forse non lo sono stati gli altri. Oggi non importa.

Oggi importa che puoi iniziare a farlo.

 

CONCLUSIONE

In questo articolo abbiamo capito insieme che i motivi di fallimento dei percorsi nutrizionali sono molto più numerosi, profondi e complessi di quello che abbiamo sempre pensato. Hai capito cosa è mancato finora e a cosa dovrai far caso da oggi in poi.

Ma come farlo? 

Negli ultimi 10 anni, i primi tre della mia esperienza universitaria e gli altri sette da professionista della nutrizione, ho costruito mattone dopo mattone un metodo che comprende tutto questo.

Come si dice… Roma non è stata costruita in un giorno, ma chi oggi non rimane affascinato da ciò che hanno costruito gli Antichi Romani?

Ti inizierò a raccontare delle soluzioni e del mio metodo nel prossimo articolo.

Per non perdertelo,  e se non lo hai ancora fatto, iscriviti gratuitamente al mio gruppo FB privato: clicca qui https://www.facebook.com/groups/2848837075247906/

Troverai tutti gli aggiornamenti, consigli, e i racconti di altre donne che hanno già intrapreso questo percorso. 

Pronta a liberarti dal ciclo infinito delle diete?

Ti aspetto dentro.

 

 

 

 

FONTI:

1 -  Maintenance of Lost Weight and Long-Term Management of Obesity - PubMed

2 - Long-term weight loss maintenance - PubMed

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