Avrai sentito spesso pareri discordanti sull'attendibilità dei test per intolleranze alimentari, MA... non è esattamente di questo che voglio parlarti.
O meglio, non proprio.
Partiamo dal presupposto che esistono pochi test scientificamente validi e quindi attendibili (e non sono quelli più frequentemente propinati da centri analisi e centri di dimagrimento).
Vorrei fartiragionare su cosa succede però, nella tua testa, quando ti vienedetto di essere intollerante ad un alimento.
Ti sarà capitato spesso di sperimentare sensazioni di gonfiore, digestione lenta,difficoltà nell'avere una regolarità intestinale (così importante e così un tabù), tutti insieme o solo uno di questi fastidi.
Allora ti sarà balenata l'idea, o qualcuno te lo avrà suggerito, di essere forseintollerante a qualcosa, ci sarà un motivo se stai così male, no?!
Ora, se hai fattouno dei test validi (probabilità statisticamente bassa) allora avraiscoperto magari di essere intollerante, ad esempio, al lattosio.
Se invece hai fatto uno dei tanti test "1000 ALIMENTI SCOPRI LA TUA INTOLLERANZA",vedendo gli alimenti sottolineati al quale, secondo il test, seiintollerante, ti sei detta: "FINALMENTE UNA RISPOSTA AL MIO MALESSERE! EVITANDO QUESTI ALIMENTI STARÒ CERTAMENTE MEGLIO".
E magari momentaneamente starai meglio, davvero. Momentaneamente. E forse “per caso”, però. In questi casi infatti si innesca un circolo virtuoso per cui togliendo alimenti ci ritroviamo a mangiare alimenti più sani: ovvio che starò un po' meglio.
Ma è un po' casuale. Il punto è un altro. Cosa intendo?
Intendo dire che in questo modo, avendo avuto un responso che esista qualcosa FUORI DI TE ad essere causa del tuo malessere, ti sei “liberata” dalla responsabilità di chiederti se invece non ci fosse qualcosa DENTRO DITE, qualcosa del TUO stile di vita, ad averti fatto arrivare fin lì.Te lo eri mai chiesta?
Nella maggior parte dei casi succede infatti che col passare degli anni uno stile di vita scorretto (poche fibre, scarsissima attività fisica, gestione dello stress praticamente assente, abuso di farmaci, ecc…) abbia talmente scombussolato il nostro corpo e il nostro ospite d’eccezione, il Signor Microbiota, che è NORMALISSIMO avere tutti questi fastidi.
Sarebbe strano il contrario.
Sarebbe forse allora il caso di guardare le cose dall’interno, chiedendoci COSA POSSIAMO FARE PER NOI STESSI per volerci un po’ più bene?
Vi lascio quindi con questa riflessione da fare appena avrete 5 minuti di silenzio,durante la doccia o stasera prima di addormentarvi: quando è stata l’ultima volta che avete messo in discussione un’abitudine scorretta?
Non è facile mettersi in discussione, ma pensi sia meglio dare una colpa apparente a qualcosa fuori di te OPPURE prenderti finalmente cura della tua salute in prima persona apportando cambiamenti davvero utili e su misura per te?
Ti aspetto per iniziare il TUO percorso.